RECENSIONI – Grande successo di Leonardo Chiari con “La Ballata del Vecchio Marinaio”
“Ci sono le onde, gli spruzzi, le stelle, la brezza. Ci sono le storie, i personaggi, le paure, i racconti.
E tra marosi, tra venti e silenzi si aggirano i fantasmi, le storie, la musica.
Un viaggio nel mare e col mare che ci ricorda quello che lo stesso mare prende e quello che con la sua superba indifferenza da.
Questo il viaggio intrapreso dal Chiari, un viaggio non facile per un giovane attore (forse non anagraficamente) quale egli è. Eppure quel viaggio, in salita, complesso e forse freddo in partenza, regala emozioni, diverte e coinvolge chi sa e ha orecchio per ascoltare, e lasciarsi guidare tra le onde e con le onde.
Un viaggio insieme con una dedica, con il pensiero a chi ha costruito, non ha potuto vedere, ma è stata vista.
Questo il viaggio del Chiari, un viaggio coraggioso, piacevole, un’emozione da vivere.”
Antonio Costa (uno spettatore)
BORGO SAN LORENZO – Venerdì 7 giugno, presso il laboratorio teatrale “Microscena”, si è tenuto il monologo di Leonardo Chiari “La ballata del vecchio marinaio ed altri racconti dal mare”.
Introdotto dal direttore artistico dell’associazione Marco Paoli, questo è idealmente suddiviso in tre parti, indissolubilmente legate da un unico filo conduttore: il mare.
La prima ha consistito nella recitazione del testo integrale del 1798 di S.T. Coleridge, da cui il lavoro trae il proprio titolo, sulla traduzione di Beppe Fenoglio.
Il vecchio marinaio “dall’occhio scintillante” narra ad un galantuomo, incontrato durante una festa nuziale, le incredibili vicissitudini occorse a lui ed al resto dell’equipaggio durante un viaggio in mari lontani.
La nave, spintasi verso l’Antartide, rimane intrappolata nella morsa dei ghiacci. Quando ormai l’equipaggio è allo stremo delle forze, un albatro, incarnazione del divino, si posa sull’albero maestro, portando con sé una brezza benefica che libera la nave ed il proprio equipaggio dal nefasto presagio di morte. Una volta ripresa la rotta, il vecchio marinaio uccide, in un inspiegabile atto, l’uccello marino, scatenando contro sé stesso ed i suoi compagni una tremenda maledizione che si romperà solo quando il protagonista, ormai unico superstite, avrà completamente espiato la propria colpa.
Davvero intensa e toccante l’interpretazione di Leonardo Chiari che, in un incalzante gioco di toni gotici e drammaticamente evocativi, è riuscito a materializzare un’atmosfera popolata da terribili creature immaginarie, pregna di significati mistici e legati al mondo del sovrannaturale, in un crescendo emozionale che ha tenuto gli spettatori col fiato sospeso fino all’epilogo finale.
La seconda parte ha visto invece l’intensa declamazione di tre poesie (di George Byron, Heinrich Heine e Pablo Neruda), il cui indiscusso protagonista è sempre il mare, che hanno idealmente accompagnato lo spettatore alla terza ed ultima parte del monologo: la recitazione di un estratto di “Novecento” di A. Baricco.
Qui è narrata la storia di Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, abbandonato in fasce sul piroscafo Virginian e adottato da uno scorbutico marinaio. L’incontro con il pianoforte, lo porterà a divenire, ancora bambino, uno straordinario jazzista prodigio, che mai abbandonerà il mare, fuori dal quale non riesce ad immaginare la propria vita.
I toni della narrazione si distaccano nettamente da quelli precedenti, diventando più distesi e rilassati ed insieme brillanti e vivaci, ma non per questo meno evocativi.
Una delicata dedica alla moglie recentemente scomparsa, ha concluso uno spettacolo quanto mai ricco di emozioni che, complice anche l’intimità del luogo, ha lasciato all’interno di coloro che hanno avuto il privilegio di assistervi, lo spunto per una profonda riflessione individuale.
Filippo Baldoni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 giugno 2019