Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere – di Debora Villa
Debora Villa, nel suo lungo monologo di sabato 9 febbraio al Teatro Giotto di Vicchio, ha esposto un confronto fra l’uomo e la donna, basato sul testo di John Gray. Molto ironica e piacevole, la rappresentazione della Villa ha avuto fra i suoi punti forti il fatto che la comica abbia voluto ridicolizzare (oltre che esprimerne i pregi) entrambi i sessi, il che ha reso il suo spettacolo scevro da pregiudizi di genere da entrambi i punti di vista. Sono stati sottolineati pregi e difetti dell’uomo e della donna, visione con cui avrebbe concordato la celeberrima scienziata Amalia Ercoli Finzi, che più volte ha affermato che agli uomini appartengono il pensiero e la sensazione, mentre alle donne il sentimento e l’intuizione. La Villa ha messo in evidenza la sensibilità della donna, sia valorizzandola sia deridendola. Ci sono stati ampi (forse troppi) spazi dedicati a temi arditi, ciò ha reso la serata più piccante a volte a ragione, altre senza un vero motivo, il che ha rischiato di compromettere il tutto. È stato molto apprezzato dal pubblico il volerlo coinvolgere direttamente, chiamando sul palco tre spettatori, che sono stati intervistati, due dei quali sottoposti ad una specie di “macchina della verità”, per cui si sarebbe accesa una luce qualora avessero osato mentire sul loro rapporto di coppia.
La rappresentazione si è conclusa con discorso da parte dell’attrice, davanti ad un paio di scarpe rosse, contro la violenza sulle donne, ribadendo il valore della donna e facendo un invito al rispetto di quest’ultima. Sullo schermo alla parete, i due cerchi di colori complementari (rosso e verde), che fino a quel momento erano rimasti separati in ogni punto della scenografia (dalle luci, una rossa ed una verde, ai motivi sullo schermo), hanno formato un cuore bicolore, simbolo di un amore che includa anche il rispetto per l’altro.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 Febbraio 2019