RECENSIONI – “Il piacere dell’onestà”, diretto da Alessandro Averone
“Io sposo l’onestà!”
BORGO SAN LORENZO – Ricordando Pirandello ad oltre centocinquant’anni dalla sua nascita, Alessandro Averone ha portato il suo “Piacere dell’onestà” al Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo, mercoledì 20 marzo. Proponendosi un compito arduo, ovvero quello di presentare l’onestà nella sua interezza, un’onestà che non riesce a cedere a compromessi, la compagnia ha evidenziato la convenzionalità e l’ipocrisia che caratterizzano il popolo borghese, riscuotendo molti applausi e suscitando molto consenso nel pubblico. Attraverso le sfaccettature dei personaggi (Baldovino, Agata, la madre, il marchese Fabio…) si è voluto far emergere il vero protagonista dell’opera e dell’intera produzione di pirandelliana: la forma. La forma, nello spettacolo di Averone, sembrava staccarsi man mano dai personaggi stessi per emergere in tutta la sua potenza, quasi fosse un motivo a cui non è dato sottrarci. Il personaggio di Baldovino, interpretato dallo stesso Averone, ha però fatto da contrasto agli altri, quasi fosse il quadro che si staglia dalla cornice, facendo emergere i valori, come l’onestà, che non possono soccombere alla forma. Il fascino di Baldovino, che diviene il fascino dell’onestà, ha gettato uno sprazzo di luce nel grigiore del contesto, in cui i personaggi, pur ciascuno nel proprio dolore, erano sembrati rassegnati a reprimere le loro stesse personalità. Ha convinto molto l’interpretazione di Alessia Giangiuliani (Agata) che, attraverso Baldovino, ha quasi percorso una catarsi, da donna compromessa a moglie felice di un uomo onesto. L’onestà non va così a contrapporsi al piacere, ma diventano un sinolo che permette finalmente ai personaggi di essere consapevoli delle loro scelte.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 marzo 2019