RECENSIONE – “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello in scena a Barberino
BARBERINO DI MUGELLO – Un “dialogo” in un atto, che si svolge in un bar notturno tra un uomo condannato a morte per un epitelioma, il fiore in bocca per l’appunto, ed un uno sconosciuto che ha perduto il treno. Una bella rappresentazione, quella andata in scena nei giardini del teatro Corsini di Barberino giovedì 30 luglio, di uno spettacolo non facile da interpretare vista la brevità dell’atto unico. In soli 20 minuti i due attori, Francesco Franzosi e Rosario Campisi, sono riusciti a far emergere l’eccezionalità del momento che vive un uomo che si sente “la morte addosso”, nei confronti della normalità di chi, invece, è preso nella sua piccola routine tra treni persi e pacchi da trasportare.
A far da fil rouge agli spettacoli proposti da Catalyst per la rassegna “La rinascita comincia dalla bellezza” proposta quest’estate a Barberino, sono le sensazioni che questo lockdown ha trasmesso alle persone: la solitudine, la paura ma anche l’accettazione della morte come dato di fatto come spiega il regista Riccardo Rombi all’inizio della rappresentazione:” Quando questo spettacolo è stato rappresentato la prima volta forse il tema della morte era più vicino a tutti noi, forse la convivenza con quest’ultima era più serena. Era un dato di fatto: come si nasce, si muore. Era una cosa accettata, condivisa, un passaggio obbligato. L’importante, per Pirandello che da siciliano conosceva bene la tradizione ed il pensiero greco è che tutti i giorni vanno vissuti a pieno capendo che ogni gesto, ogni parola è importante; solo così si compie il proprio dovere di essere umani. Sono cose che ci siamo dimenticati nel tempo, anche solo dire ‘buongiorno, come stai’. Eppure, in quest’epoca di ‘volti mascherati’ si è riscoperta l’importanza degli occhi. Se prima era facile dire ‘tutto bene’ anche se avevamo la morte nel cuore, adesso non si può fare. Sono cose semplici che non si possono e non si devono dimenticare. Spero quindi che riuscirete a cogliere la ellenica leggerezza di questo testo, che fa riflettere”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 agosto 2020