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INTERVISTA – Pedullà “Il mio Falstaff, un assemblaggio di opere classiche”

Posted On 16 Gen 2020
By : Caterina Tortoli
Comment: 1
Tag: caterina tortoli, gianfranco pedullà, interviste

VICCHIO – Gianfranco Pedullà, regista della compagnia del “Teatro popolare d’arte”, al termine dello spettacolo “Falstaff” al teatro Giotto di Vicchio (articolo qui), racconta le sue fonti di ispirazioni per il personaggio di Falstaff, che vanno dal teatro di Shakespeare al cinema contemporaneo.

Il personaggio di Falstaff è molto dibattuto, poiché trattato da molti autori classici, voi a quale opere vi siete accostati? Abbiamo fatto un lavoro di taglia e cuci, selezionando aspetti delle opere classiche. Abbiamo ripreso soprattutto l’Enrico IV di Shakespeare e l’opera di Verdi sul libretto di Arrigo Boito. Ci siamo ispirati anche alla Commedia dell’Arte per delineare i personaggi.

Avete fatto uso anche di diverse arie liriche… Sì, il protagonista, Veio Torcigliani, è un baritono di professione, che non aveva mai recitato, prima di cimentarsi in questo esperimento. Uno spettacolo di questo tipo gli ha permesso di esprimere le sue abilità canore e recitative.

Vi siete rifatti  Verdi. In alcune sue opere, si mette in evidenza anche il ridicolo e il grottesco, per far emergere la bellezza. Anche voi avete fatto questa operazione? Sì, abbiamo ripreso l’idea di alcune opere verdiane per cui tutto il mondo è burla. Siamo partiti da qui per sottolineare i sentimenti, come la delusione di Falstaff quando è umiliato dal re, che nonostante tutto, difende fino alla fine. “Falstaff” è l’ultima opera di Verdi: in essa c’è molta ironia sulla vita.

Voi fate Teatro Popolare? Sì, ma siamo professionisti. Siamo una compagnia storica, facciamo teatro da trent’anni, servendoci di vari generi e linguaggi, come la musica e il melodramma.

Qui avete anche accennato all’educazione, dove avete attinto per parlare di questa tematica? Siamo partiti dal genio di William Shakespeare e ci siamo concentrati sulla crescita del principe, che è un giovane che fa apprendistato nella mala vita, nei bassifondi della società. Abbiamo preso spunto anche dal cinema di Orson Welles, che si preoccupa di questo tema.

Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 gennaio 2020

 

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