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IL CRITICONE – “L’operazione”

Posted On 13 Mar 2019
By : Matteo Cecchini
Comment: 0
Tag: Antonio Catania, criticone, l'operazione, Nicolas Vaporidis, spettacolo teatrale, stefano reali, Teatro Giotto Vicchio

 

VICCHIO – Ripromettendosi a lungo di essere blando, dopo acerrime critiche, il Criticone ha dovuto cedere ad un’altra tentazione, nonostante in Quaresima si raccomandi di fare qualche rinuncia rispetto ai propri istinti. Tuttavia, lo spettacolo “L’operazione”, con la regia di Stefano Reali, rappresentato al Teatro Giotto di Vicchio il 9 marzo, sembra fatto apposta per finire in queste pagine. La lunghezza di due ore sembrava essere indice di una varietà di contenuti che di fatto non si è manifestata. Badate bene, non vogliamo dire che la quantità di spunti sia indispensabile, molte volte si preferiscono pochi argomenti ma ben trattati, ciononostante non è stato questo il caso di “L’Operazione”. Per gran parte del tempo, ci sono stati battibecchi in un marcato dialetto romanesco fra Vaporidis e Catania, nonostante quest’ultimo abbia tenuto testa allo spettacolo, con naturalezza e senza stancare eccessivamente il pubblico. Purtroppo però tali battute si sono rivelate ridondanti e inutili per capire che il paziente stava mentendo le malattie altrui e i disagi del sistema sanitario per invogliare a finire nelle cliniche private, già evidente dall’inizio. Forse più che la recitazione, nel complesso pulita, nonostante qualche risata sfuggita agli attori durante la messa in scena, la critica più aspra va rivolta al testo, dal momento che ci si è dilungati molto su parti poco funzionali allo svolgimento stesso, poiché il tema dei problemi di corruzione negli ospedali non è affatto banale, ma sarebbe servita una denuncia più energica. Ma forse, come disse Franco Cardini in una risposta su Repubblica, gli illusi siamo noi, che cerchiamo un teatro di contenuti, che non consideriamo il dialetto un modo per svilire i temi, bensì per valorizzarli purché ben sviluppati, noi che vogliamo applaudire per la qualità dell’opera, non perché invitati da una struggente canzone quale “La donna cannone” che i suoi applausi li ha giustamente già avuti, noi che forse pensiamo in maniera troppo anacronistica e per questo dobbiamo scusarci.

Il Criticone
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 marzo 2019

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