AMORI (TROPPO) DIFFICILI
Conoscendo perfettamente i racconti di Calvino, raccolti sotto il titolo “Gli amori difficili”, sarei riuscito ad apprezzare di più la messa in scena di ieri sera al Teatro Corsini: molto interessanti le idee di regia e ottima interpretazione da parte di tutti: Alba Grigatti, Virginia Billi, Giorgia Calandrini e, naturalmente, Riccardo Rombi. Un cenno a parte anche a Ulpia Marcela Popa che dall’alto, in veste di silenzioso angelo custode o forse di Cupido, vegliava con morbidi gesti su quegli strani amori. Mi ha ricordato una Giulia Lazzarini/Ariel che volteggiava in scena in una “Tempesta” di Shakespeare, diretta da Strehler, vista una quarantina di anni fa.
Il connubio fra letteratura e teatro è una questione molto complessa , soprattutto quando si parte da testi letterari piuttosto impegnativi e meno noti, che il pubblico deve seguire con una certa attenzione. Le strade più percorribili a mio parere sono due: la lettura fedele del testo, interpretata da attori in un contesto scarno che non distragga lo spettatore dalla parola (ricordo ad esempio Zingaretti, qualche anno fa alla Pergola, con soltanto un leggìo in scena, alle prese con il racconto “La sirena” di Tomasi di Lampedusa, molto coinvolgente, con grande presa sul pubblico). L’alternativa è la riscrittura teatrale, con un testo nuovo che riesca ad esaltare gli elementi principali dell’originale, integrati con le magie del teatro. Le strade intermedie sono possibili, coraggiose, ma più pericolose.
Un ringraziamento, infine, a Alla Munchenbach, che, prima dello spettacolo, ci ha presentato con grande partecipazione emotiva, il suo accurato lavoro su Tino Schirinzi, sul suo ruolo nel teatro italiano e su quell’amore che il destino ha voluto rendere “difficile”.
Danilo Nucci