RECENSIONI – “OtherWISE. La Costituzione del Futuro”: un momento di condivisione con la comunità di Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – Il 27 aprile all’Auditorium del Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo si è tenuta la restituzione pubblica del laboratorio OtherWISE – La Costituzione del Futuro, che ha avuto luogo nei mesi di marzo e aprile 2019, con il coinvolgimento di partecipanti con background migratorio e operatori sociali del territorio. L’attività, promossa e realizzata da FTS onlus in collaborazione con la Compagnia Malte, l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Borgo San Lorenzo, lo SPRAR Mugello, la Cooperativa Sociale Convoi e il Progetto Kontatto si è configurata come un confronto sui principi della Costituzione Italiana e dei Diritti Umani, sui temi dell’appartenenza e del rispetto della differenza delle radici culturali che ci rendono uomini e cittadini, per proporre, attraverso l’esperienza teatrale, un nuovo modello di comunità. L’iniziativa ha coinvolto una dozzina tra operatori e immigrati di I e II generazione e ha permesso il costituirsi di una compagnia di nove elementi, che sono comparsi in pubblico in una breve performance ispirata al tema del viaggio.
Il progetto è nato come follow up del WISE Project (Workshop Identity: a Story about Europe), un lavoro europeo realizzatosi nel biennio 2013-2015 e dedicato all’eredità morale della generazione sopravvissuta alla II guerra mondiale, stretta attorno a un’idea di Europa e di politica come strumento di cambiamento che oggi stenta a essere compresa. Il laboratorio OtherWISE è stato progettato come ideale prosecuzione della precedente ricerca, nell’intento di far luce su altre idee, visioni e tradizioni, nella prospettiva di una rifondazione del futuro nutrita anche dallo slittamento di orizzonte introdotto dal fenomeno migratorio degli ultimi anni. Sorprendente, aldilà dei dibattiti teorici sui temi alti della democrazia e della legalità, è stato l’apporto del gruppo nel concreto esercizio dell’immaginario, in cui storie estreme e drammatiche sono state stemperate in un confronto di impressionante leggerezza, come a indicare una reale possibilità di condivisione nello spazio della pura convivenza umana, fatta di gioco, canto, danza, con il confortante ricorso a una varietà di lingue originarie, che proprio perché non consentono una comunicazione logica ed evidenziando piuttosto valori fonetici e musicali, permettono uno scambio antropologico di grande impatto emotivo. In questa ottica abbiamo inteso la semplice ma profondissima risposta della partecipante nigeriana, che alla richiesta di che cosa fossero per lei la democrazia e la felicità, ha usato lo stesso termine e dicendo “parrucchiera”, ci ha fatto compiere una circumnavigazione del concetto di diritto umano conducendoci con una sola parola a una idea di dignità conferita dal lavoro. Così come la reazione di alcuni altri soggetti coinvolti, che alla nostra richiesta di una narrazione sul loro viaggio hanno opposto un fermo ed eloquente rifiuto, mostrando che la fondazione di una prospettiva comune non passa né da un generico sentimento pietoso, e tantomeno dalla spettacolarizzazione dell’orrore. Il gruppo, che nella sua componente migrante era costituito da partecipanti di età tra i 18 e i 38 anni, provenienti da 6 diversi paesi: Ghana, Gambia, Nigeria, Somalia, Iraq, Albania e un totale bilanciamento di genere, ha vissuto con estrema apertura le differenze culturali e religiose e si è armonizzato grazie a un clima confidenziale di reciproca solidarietà. Un percorso che sottolinea come il teatro e le arti in genere si configurino quali pratiche esemplari di integrazione, sia per l’incremento delle competenze linguistiche e per il benessere dei partecipanti, che in quanto mezzo di comunicazione verso una realtà territoriale che può beneficiare di un sostegno concreto alla comprensione delle mutazioni sociali in atto.
Sonia Antinori
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 maggio 2019