RECENSIONI – Animalesse, di Lucia Poli
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun’altra donna.
[U. Saba, A mia moglie]
VICCHIO – L’attrice Lucia Poli, simbolo di un teatro colto e innovativo, con il suo spettacolo “Animalesse” ha concluso la stagione del Teatro Giotto di Vicchio. La Poli, con il suo fare disinvolto e naturale, ha raccontato storie di animali tratte da testi di Stefano Benni, Aldo Palazzeschi, Patricia Highsmith, Leonora Carrington, passando dal comportarsi secondo canoni umani ad atteggiamenti animali, con intervalli musicali eseguiti da Rita Tumminia. L’attrice, attraverso i quadri delle animalesse soggiogate e aspiranti ad una libertà irraggiungibile, ha fatto trasparire la figura della donna, che cerca di avvinghiarsi alla vita con gli artigli di una iena, di una gatta e talvolta con le zampe deboli di una gallina o di uno scarafaggio. Tali animalesse hanno un valore innato, che trascende l’aspetto o i modi aggraziati, ma che si rivela in tutta la sua forza nello stato più terreno. L’energia sprigionata da Lucia Poli, sia nella voce che nei movimenti, si è fatta espressione dell’istinto animale femminile le cui reazioni sono dettate dalla rabbia, dalla gelosia, dall’orgoglio, ma anche dalla fedeltà e dall’affetto. Il linguaggio è anch’esso passato da un tono aulico ad un livello dialettale, senza che fra i due livelli vi fosse uno stacco brusco e netto, ma presentando il secondo come una conseguenza del primo, come se la vita, con le sue ingiustizie ed i soprusi, portasse alla totale perdita della grazia femminile, per cui il lato animale urla per vedere riconosciuti i propri diritti. Una tematica molto attuale è stata sviluppata con originalità e maestria, per cui sono stati numerosi gli applausi al termine dello spettacolo ed è stata riscontrata una grande soddisfazione nel pubblico.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 Aprile 2019