RECENSIONE – “Il mio amico cane”, una storia che fa riflettere
BORGO SAN LORENZO – “Il mio amico cane” è uno spettacolo nato molti anni fa, nel clima del sogno americano, in una realtà presentata come a misura d’uomo, giusta e perfetta, dietro alla quale però si nascondevano molte contraddizioni e molte storie diverse.
Lo spettacolo originale, del 1959, è ambientato a New York, mentre quello che si è svolto a microscena è stato rielaborato da Marco Paoli. Come afferma egli stesso, “il mio amico cane” è uno spettacolo al quale lui ha sempre tenuto, poiché ha partecipato al suo allestimento varie volte e non solo in qualità di attore, e perché porta un messaggio ancora oggi molto attuale.
Sul piccolo palco di microscena, attorno ad un modesto luogo di incontro come può essere una panchina di legno in un parco, si è articolato un breve tratto di storia di tre personaggi: una senza tetto, interpretata da Sabrina Mallano, costretta a mangiare i rifiuti e gli scarti di altre persone, e due uomini, uno povero e solo, interpretato da Marco Paoli, l’altro affermato e con una buona reputazione, interpretato da Sergio Greco.
La scena si è quasi totalmente articolata attraverso il dialogo tra i due uomini, iniziato in modo quasi bizzarro attraverso le parole di Marco: “Oggi sono stato allo zoo”. Da questa piccola frase inizia e termina un lungo dialogo, che coincide anche con la fine di una lunga storia e una vita, quella di un uomo che non è riuscito a integrarsi nella superficiale e arrivista società del suo tempo, che non ha sposato una donna ma ha amato un uomo, che non ha acquistato due pappagalli per tenerli in gabbia e compiacere le figlie ma che ha fatto amicizia con il cane della proprietaria della casa dove vive, e lo chiama il suo cane, il suo amico cane. Sicuramente una storia che fa riflettere sull’importanza o l’inutilità delle azioni che compiamo ogni giorno vivendo.
Viola Arinci
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 marzo 2020