A porte chiuse: “Dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai”: siamo autori o recitiamo nella nostra vita?
MUGELLO – Spesso ci chiediamo quale influsso abbia il teatro nella vita reale, molte volte usiamo termini presi in prestito dal mondo dello spettacolo per parlare di comportamenti usuali. È frequente dire che una persona reciti una parte o indossi una maschera, proprio per indicare l’inautenticità del suo essere, tanto che, da Pirandello a Renato Zero, gli artisti moderni e contemporanei si sono spesso chiesti se sia mai possibile essere autori delle nostre stesse azioni, senza il bisogno di impersonare una parte. La filosofia non è esente da questi interrogativi: nella prima parte del Leviatano, uno dei capolavori di Thomas Hobbes, ci si chiede chi possa essere definita una persona: concetto che sembra banale, a volte persino scontato. Hobbes distingue una persona naturale, ovvero quella che agisce, pensa e parla per suo conto, da una persona detta rappresentante o “finta”, che parla, agisce per conto di un altro individuo o, addirittura, di un intero popolo. Il termine “persona” viene dal latino e significa proprio maschera, individuo truccato e quindi attore, nella vita reale come nel palcoscenico. Con tale termine, si indica l’impersonare, il figurare o il rappresentare se stessi o altri. La vita è il nostro palcoscenico e noi siamo attori ogniqualvolta agiamo su dettatura di un autore. Un attore è quindi un rappresentante, un vicario, un luogotenente, le cui azioni sono dette artificiali. Quindi potremmo dire che se io, persona-attore, agisco per me stesso, sono autore di me stesso, cosa che non avviene nel caso in cui agisca per conto di un altro. Nel caso di un contratto di vendita, l’autore sarà il proprietario, l’attore sarà il notaio che svolgerà la contrattazione. Questi può, inoltre, agire anche in nome di un oggetto inanimato o di chi non può fare autorità di sé stesso. Con questo breve capitolo, Hobbes vuole forse sottolineare quanto in realtà la persona sia sempre attore, indossi sempre una maschera. Il nostro essere maschere ci rende autori solo quando parliamo per noi stessi, oppure quando diamo autorità agli altri. Quindi, sostanzialmente, possiamo essere mai autentici?
Morgana Niccoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 aprile 2020
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