RECENSIONI – In attesa di nuove repliche di “Se ho ben capito nessuno osa muoversi”
VICCHIO – Non faremo molto rumore per nulla, la compagnia teatrale diretta da Matteo Cecchini in collaborazione con Sipario Aperto e La Caldana, ha messo in scena al Teatro Giotto di Vicchio lo spettacolo “Se ho ben capito…nessuno osa muoversi”.
Un cast tutto al femminile, otto attrici, otto donne: sorelle, figlie, madri, cameriere e governanti, rimangono bloccate dalla neve in una tenuta in campagna. Si succedono una serie di misteriose e tragiche circostanze: l’unica figura maschile del gruppo (che non si vede mai) è stata assassinata, i fili del telefono staccati, il cancello bloccato. In un’atmosfera alla Agatha Cristie, ottenuta anche grazie alla curata scenografia in cui si svolge l’intera azione, e alla scelta azzeccata degli abiti, le attrici entrano ed escono dalle quinte dando vita ad una girandola di azioni e relazioni che colpisce e trascina lo spettatore in un vortice di parole, impressioni, colori e colpi di scena, che non consente mai un attimo di tregua.
Le donne sono le vere protagoniste, otto personaggi a tutto tondo, otto caratteri poliedrici, decisamente imprevedibili, anche un po’ caricaturali. Le protagoniste della commedia, dalla prima all’ultima, dalla più esperta alla più giovane, sono tutte splendide, piene di vitalità ed energia.
Mi piace pensare che l’umorismo graffiante di Matteo Cecchini che emerge nell’allestimento di questa commedia noir, voglia mostrarci l’universo femminile come una vera e propria camera oscura di segreti, doppiezze e contraddizioni, di fratture sentimentali ed esistenziali pressoché insanabili. Si ride ma si riflette anche, ci si interroga sulla miseria dei sentimenti, sui limiti dell’amore, sulla crisi del concetto borghese di famiglia, in una società dove i maschi sono assenti e le donne ridotte ad arroganti quanto fondamentalmente solitarie manipolatrici.
Mi auguro che un lavoro teatrale così ben fatto abbia numerose repliche, proprio perché attraverso la ripetizione, il meccanismo drammaturgico e le azioni/relazioni dei personaggi raggiungono un connubio perfetto. Per un maggior godimento del pubblico e, mi si conceda, degli attori stessi.
Matteo Timori
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 marzo 2019