RECENSIONE – Le meraviglie di una matematica onnipresente
BARBERINO DI MUGELLO – L’area eventi Andolaccio ha ospitato giovedì 1 luglio “Meraviglie nel paese di Alice”, uno degli spettacoli più completi che si siano visti negli ultimi anni. In un periodo in cui è già stato fatto tutto, il professor Piergiorgio Odifreddi e l’attrice Marta Dalla Via sono riusciti a rendere l’idea di cosa si possa intendere con originalità, unendo letture dei capolavori di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie” e “Alice attraverso lo specchio” con il ragionamento fisico e matematico che è alla base del suddetto romanzo “falsamente destinato ai bambini”, come sostenuto dallo stesso Odifreddi. Il segreto non è stato semplicemente quello di unire lettura e divulgazione scientifica, poiché esperimenti di questo tipo sono comuni di recente e spesso con risultati poco soddisfacenti: l’originalità del lavoro di Odifreddi e Dalla Via è stata nel rendere naturale il passaggio fra la natura matematica del testo e l’opera stessa, per cui non vi possono essere dubbi nel considerarlo uno spettacolo organico, il che sarebbe già sufficiente per alcuni filosofi per poterlo definire “bello”. Ma la bellezza di tale esperimento non si limita solamente alla musicalità e ai passaggi fluidi tra la parte dell’uno e quella dell’altra, poiché il contenuto di ogni esposizione è stato squisitamente curato in ogni dettaglio. Marta Dalla Via ha letto con ritmo serrato e subitanei cambi di tono in cui si è notata una spiccata capacità di improvvisazione, tanto che le voci ora del famoso uovo Humpty Dumpty ora di Alice costituivano un’orchestra di strumenti perfettamente in linea gli uni con gli altri.
La parola di Odifreddi, da sempre coinvolgente e concreta, si è fatta carico di riferimenti biografici di Carroll per poi parlare della disciplina a cui lui stesso ha dedicata la sua vita. Ha conquistato il pubblico chiarendo che il dubbio di Alice in relazione a cosa sarebbe successo se fosse caduta al centro della terra, raccontando che tale problema fu affrontato in primo luogo da Galileo, che calcolò il tempo necessario per cadere attraverso un buco nel centro della terra, in modo da arrivare agli antipodi. Uno dei risultati del problema, ovvero riconoscere che ci sarebbero voluti quarantadue minuti per compiere la traversata, ha risvegliato vecchi ricordi negli amanti della letteratura fantascientifica che ormai associano il numero quarantadue al libro bestseller “Guida galattica per gli autostoppisti”, per cui è stato doveroso un applauso a scena aperta. Solo questo primo approccio è bastato a coinvolgere il pubblico, già stregato dalle abilità di Dalla Via, ma lo studio che è trapelato dai due contributi ha di fatto portato tutti gli spettatori a riflettere sulla profondità della matematica, che è dentro alle cose, è filosofia, è esempio di come la ragione umana possa allargare i suoi orizzonti, ma anche di evasione da ogni pensiero superfluo, come diceva il fisico Ernst Mach. È stato evidente il lavoro di approfondimento svolto dai relatori, la loro forza di entrare nell’argomento e farselo proprio, come se stessero teneramente prendendo per le mani Alice e Carroll per farli conoscere agli spettatori. Dunque, una forza articolata dalla delicatezza, la quale ha impedito ai due, soprattutto a Odifreddi, che sembra avere un amore tutto suo per la provocazione, di fare allusioni satiriche o polemiche agli ambiti che spesso sembrano costituire una visione se non alternativa alla scienza, quanto meno orientata a scopi diversi. Questo ha permesso un maggiore coinvolgimento che, comunque, avrebbe potuto esserci in ogni caso perché tutti coloro che sono accomunati dall’amore per la matematica, per la scienza e per la filosofia sanno che l’apertura mentale e l’accoglienza delle altre opinioni sono la forza del progresso.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 luglio 2021