RECENSIONE – Il nero è il colore dell’eleganza. Lo insegnano “Le Signorine”
BORGO SAN LORENZO – “Là sì che facimm en’entrata triunfale!” La frase, pronunciata a circa metà spettacolo da Isa Danieli, sembrava quasi essere riferita all’ingresso in gran stile delle due attrici al Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo, che martedì 12 novembre ha inaugurato la stagione teatrale. Isa Danieli e Giuliana De Sio si sono fatte portavoce di due sprazzi di mentalità napoletana, inizialmente riproponendo un quadro favolistico da “La cicala e la formica”, per poi sfociare nel piccante, nel malizioso e addirittura nel tragico, cioè quando si assiste al colpo di scena della sorella succube che diventa vendicativa. Il turbamento provocato negli spettatori è stato determinato maggiormente dal fatto che, malgrado i soprusi e i toni sarcastici, l’impressione scaturita inizialmente era quella che le due potessero contare l’una sull’altra, nella salute e nella malattia, il che non è stato confermato dai fatti.
Le attrici si sono distinte nella loro volontà di immedesimarsi nel ruolo, per la forza con cui hanno difeso le loro ragioni, talvolta parlandosi addosso e rendendo difficile la comprensione dei discorsi in dialetto, forse per far capire quanto spesso l’ultima cosa che si ricerchi in un dialogo sia la verità. Le due, opponendosi l’un l’altra, hanno colpito per la loro caratterizzazione, in cui si è evinta una grande attenzione al dettaglio, sia nelle scene che nei costumi. Le gambine zoppe delle due donne sembravano far intendere che dobbiamo farci forza della gamba sana e vivere in una sinergia per cui l’uno è parte dell’altro, nonostante lo biasimiamo. La decisione della sorella più giovane di utilizzare la scarpa col tacco a spillo, di un inequivocabile colore rosa, ha invece reso chiaro l’intento di voler tirare a campare, trascurando i legami più saldi e duraturi, una sorta di disperato “si salvi chi può”. Un messaggio duro e penoso, per cui va evidenziata l’audacia delle attrici di voler interpretare un testo a tratti molto comico, che ha però lasciato un vuoto amaro nelle persone all’uscita del Giotto.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 novembre 2019