Overload…..troppo o troppo poco?
Lo spettacolo “Overload” a cura della compagnia “Sotterraneo” ha lasciato perplessa la maggior parte del pubblico del Teatro Giotto. Forse partendo con troppe aspettative, conosciuto il calibro del gruppo, abbiamo permesso troppo presto all’amarezza di avanzare dentro di noi durante i settanta minuti di durata dell’opera.
Una serie di apparizioni di personaggi pittoreschi diversi che interrompevano la voce narrante, alla prima apparenza, poteva mostrarsi come la manifestazione delle tantissime idee che dovevano essere espresse, ma, guardando più attentamente, non abbiamo rintracciato tutti questi pensieri, anzi li abbiamo trovati alquanto scarni, con riferimenti a troppi luoghi comuni, come quello di non riuscire a mantenere l’attenzione o di preferire le notizie frivole e i gossip alla profondità della letteratura.
Intendiamoci, non condanniamo la compagnia per aver espresso così i loro pensieri, ma per aver dedicato l’intero spettacolo a questo, senza proporre altri spunti o cambiamenti di registro. È risultato chiaro che l’idea di concentrarsi su quanto l’attenzione possa rimanere alta fosse l’intento degli attori, ma ha deluso che abbiano dovuto sacrificare tutta la loro conoscenza e abilità per un tale proposito, tant’è che quando un’attrice ha annunciato una falsa fine dello spettacolo, si è sentito un “menomale” di sottofondo.
Sulla fine non si sono esentati dal ricadere nel patetico, inscenando la morte dell’intera compagnia sulla strada di ritorno, una conclusione ben recitata ma senza dubbio retorica, forse per strappare qualche lacrimuccia sull’ultimo. Più che lacrime si sono sentiti numerosi tossiconi, che però non vogliamo imputare a delle raffinate critiche aperte, ma alle numerose influenze invernali!
Il Criticone