Cinquanta biglietti omaggio per assistere a “Platonov” al teatro Corsini
BARBERINO DI MUGELLO – Domenica 12 gennaio, alle 18.00 al Teatro Corsini di Barberino andrà in scena “Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove”, il nuovo lavoro della compagnia Il Mulino di Amleto, prodotto con Elsinor Centro di Produzione Teatrale, uno degli spettacoli più apprezzato da pubblico e critica del 2019: nove attori sul palco, una grande vetrata come scena, tanti bicchieri e bottiglie per far scorrere a fiumi la vodka, eleganti costumi per esaltare la bellezza dei giovani interpreti. E il pubblico chiamato a condividere un’esperienza emotiva collettiva dove il confine tra messa in scena e realtà è sottilissimo.
Lo spettacolo Platonov è realizzato nell’ambito del progetto “Res Publico 2.0” finanziato dalla Fondazione CR Firenze: per questo Catalyst mette a disposizione 50 biglietti omaggio per favorire la partecipazione del pubblico a uno degli spettacoli di punta dell’intera stagione. Per prenotare i biglietti omaggio basta mandare una mail a [email protected] con oggetto Platonov.
Lo spettacolo è una finestra aperta su un Cechov quasi sconosciuto, su un testo giovanile ritrovato casualmente. “Platonov”, così in genere viene chiamato questo primo dramma di Cechov, è il fallimento dell’utopia del suo giovane autore che vuole raccontare la vita cogliendone appieno i più̀ profondi meccanismi. Il suo sforzo s’infrange contro la vita stessa e l’impossibilità di coglierla nella sua interezza in un dramma teatrale. L’azione si svolge nella tenuta caduta di Anna Petrovna, dove in una calda estate trascorrono le vuote serate tra fiumi di vodka una serie di personaggi tra cui il maestro elementare Platonov, conteso tra la moglie Sasha, la stessa padrona di casa e la giovane Sofja. Una festa sopra la tragedia, per personaggi insolitamente comici malgrado l’insostenibile solitudine e l’inconsistenza della loro ricerca di amore. Un grande e meraviglioso affresco incompiuto, come un’opera Senza Titolo. Questo è Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove: un’opera non finita per esseri umani non finiti, incompleti, incerti, resi fragili dal loro “voler essere” che si scontra inevitabilmente con ciò̀ che sono nella realtà. Come noi.
Cechov ci ha trasmesso tanta conoscenza del genere umano; è rara da trovare. Vorremmo riconsegnarla con autenticità̀ e leggerezza, per entrare nel dolore della vita senza restarne impigliati.
I.DV.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Gennaio 2020
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