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A PORTE CHIUSE – Dietro le quinte del Coronavirus

Posted On 10 Dic 2020
By : Caterina Tortoli
Comment: 0
Tag: Borgo san lorenzo, Coronavirus, Teatro

BORGO SAN LORENZO – La situazione attuale, data dalla pandemia da COVID-19, ha messo in ginocchio numerose categorie di lavoratori, da estetisti a commercianti, da negozianti ad artisti. Un settore molto colpito è infatti il mondo dello spettacolo. La chiusura dei luoghi di “assembramento” ha penalizzato anche tutti quei locali dove la cultura veniva messa in atto, offrendo non solo intrattenimento ma anche una possibilità di ampliare la propria mente. Molti artisti si sono visti cancellare i loro spettacoli e di conseguenza hanno visto venir meno anche il duro impegno che si mette nella preparazione della propria opera. Piccoli e grandi teatri hanno dovuto cancellare il proprio palinsesto, togliendo così le possibilità di crescita delle singole comunità artistiche. Tuttavia, se vogliamo fare una riflessione onesta, bisogna fare un passo indietro e analizzare se tale realtà fosse realmente tutelata prima di questa enorme piaga che ha colpito il mondo in ogni suo angolo. Questo settore è sempre stato poco assicurato e forse ne è stata sottovalutata la sua importanza, lasciando tutti i tipi di artisti un po’ alla sorte del momento. Le numerose proteste che si sono perpetuate nelle piazze in ricerca di maggior sostegno per i teatranti sono il segnale che lo scontento di una classe lavoratrice poco tutelata si sta diffondendo. Le difficoltà che si trovano intraprendendo questa scelta di vita sono numerose; probabilmente anche perché tale lavoro è più sottovalutato di altri. Forse perché queste attività non sono considerate come necessarie ma superflue sono tra le prime ad essere chiuse durante l’emergenza. Perché una fabbrica di oggetti viene tutelata con maggiore celerità della fabbrica della cultura?
Un altro aspetto spiacevole avvenuto dopo il lockdown di primavera 2020 è stata la lenta perdita di affluenza nei piccoli teatri e nei cinema storici. Dobbiamo tener presente che anche prima della seconda ondata essi erano in sofferenza, soprattutto quando, per ragione di pubblicità, si aspettava il momento migliore per far uscire grandi film per riempire le sale, penalizzando però quelle più piccole che rimanevano vuote per molti mesi, cercando di attirare le persone con scelte di nicchia e film d’essai. Insomma, la situazione degli artisti non era semplice prima e forse adesso è peggiorata. La cultura emanata in questi luoghi è fondamentale, va mantenuta, incoraggiata e custodita. Forse la pandemia può farci aprire gli occhi su una situazione già in bilico.

Morgana Niccoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 dicembre 2020

 

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